Informazione Fossil-Free: di cosa si tratta

Il movimento  Fridays For Future  deve molto alla stampa. Tanti dei nostri attivisti si sono interessati, formati e allarmati grazie agli articoli di appassionati giornalisti che cercavano di comunicare alla società la gravità della crisi climatica che stiamo ormai vivendo.

Ultimamente, però, leggendo i giornali, ci capita sempre più spesso di provare una sensazione strana. Sfogliando le pagine, ci troviamo a leggere articoli impressionanti sui cambiamenti climatici (negli ultimi mesi, la loro presenza nei media sta aumentando) e a notare, qualche riquadro dopo, le allegre pubblicità di compagnie legate a doppio filo ai combustibili fossili. Shell, Q8, Total, ma anche Eni, Enel e SNAM spendono enormi somme di denaro per fare pubblicità ai loro presunti progetti di sostenibilità su ogni tipo di quotidiano o sito web.

Analizziamo il caso nostrano di ENI. L’azienda ha da poco lanciato una campagna pubblicitaria chiamata “Eni + 1“, in cui – sprezzante del ridicolo – presenta le sue strategie per affrontare la crisi climatica. Afferma, ad esempio, di aver avviato un progetto pilota per sfruttare il moto delle onde come fonte di energia. Vedremo in futuro che sviluppi ci saranno. Nella campagna dimentica però di citare alcuni dati, ben più importanti: non spiega che – a fronte di tutti gli investimenti tecnici destinati da ENI alle energie rinnovabili, corrispondenti a circa 143 milioni di € nel 2018 – l’azienda ha investito 9.119 milioni per ricerche esplorative e per sviluppare riserve di idrocarburi.
Gli investimenti in energie RINNOVABILI corrispondono quindi a meno del 2% degli investimenti in COMBUSTIBILI FOSSILI!

I responsabili della crisi su una pagina, imbellettati e venduti come campioni di sostenibilità, e le tragiche conseguenze della stessa crisi sull’altra.

Il problema non è però solo di natura morale. La sfida per rendere la nostra società a 0 emissioni è la più grande sfida del nostro secolo, forse la più grande della nostra storia. I media ci stanno arrivando preparati? Che libertà può avere un giornale su un tema di questa rilevanza, se basa il suo profitto sui compensi dei principali negazionisti climatici? Questa sfida sarà decisiva per il nostro futuro, e la stampa giocherà necessariamente un ruolo fondamentale. Abbiamo bisogno di poterci fidare di voi, abbiamo bisogno di poter contare sulle vostre competenze e sulla vostra potenza comunicativa. Ma non potremo farlo finché le aziende che stanno distruggendo il nostro futuro continueranno a ripulirsi l’immagine con la vostra carta.

La nostra richiesta è semplice: rifiutare compensi pubblicitari da parte di tutte quelle aziende che fanno dei combustibili fossili il loro business principale. Solo così il vostro quotidiano potrà contribuire a salvare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Solo così potrete difendere attivamente il futuro della nostra specie.

Alcune pionieristiche testate l’hanno già fatto: è il caso della Dagens ETC, un quotidiano svedese che ha deciso di annullare i contratti pubblicitari con le multinazionali del fossile. Per ora, però, resta un caso isolato.

I recenti studi ci dimostrano che abbiamo meno di 8 anni prima di arrivare al punto di non ritorno: dobbiamo fare tutto il possibile, e anche di più, per restare sotto il fatidico grado e mezzo di riscaldamento. Ce la possiamo fare. Ma dobbiamo fare tutti la nostra parte./p>

A nome di tutti gli attivisti di Fridays For Future e di tutte le generazioni future di Umani.

Per aderire con la tua testata alla campagna “Informazione Fossil-Free” o per richiedere maggiori informazioni, manda una mail a italia@fridaysforfuture.org!

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